Giù il cappello, su il cappello: quando l’accessorio è di scena
Mettersi il cappello, togliersi il cappello, cambiare cappello: gesti che si compiono sul palcoscenico quotidiano per assumere ruoli diversi, per cambiare la propria immagine e forse le proprie idee.” Favolosi Cappelli di Giuliana Berengan.
Verissimo! Il capello cambia la nostra immagine, muta il significato dei gesti. Per esempio, entrare in chiesa e togliersi il cappello è segno di rispetto, fede e devozione per il luogo in cui ci si trova; mettersi il cappello è l’ultimo gesto che si compie prima di uscire di casa quando fa freddo.
Il cappello da sempre protagonista indiscusso di vita. Persino il un famoso libro di crescita personale di Edward de Bono , dedicato al re indiscusso della metafora, il cappello.
Lui, esperto di creatività e problem solving, ha inventato la tecnica dei sei cappelli per pensare, nata per essere usata in gruppo ma valida anche se si è da soli.
CAMBIARE CAPPELLO PER PENSARE IN MODO PIÙ EFFICACE, non sarebbe bellissimo?
Quando cambi cappello, interpreti un ruolo e ragioni in modo diverso. Ti metti nella condizione di entrare in una parte che esce dai tuoi schemi consolidati, reciti una parte che non ti è familiare e che ti permette di capire meglio gli aspetti inesplorati del problema.
Sei più libero di agire “il cappello ti protegge”. Non sei tu, è uno dei sei cappelli che parla ed ecco il gioco dei colori dei cappelli:
- quello BIANCO della NEUTRALITÀ
- quello ROSSO delle EMOZIONI
- quello NERO del IL NEGATIVO
- quello GIALLo del POSITIVO
- quello VERDE della CREATIVITÀ
- quello BLU del CONTROLLO
Ognuno di noi predilige un modo di pensare tipico di uno dei sei cappelli, e chissà quante volte ci siamo chiesti qual è il nostro?
Il cappello lo vediamo ancora come metafora del “Berretto a sonagli” della commedia pirandelliana.
Il titolo si riferisce al berretto portato dal buffone , il copricapo della vergogna ostentato davanti a tutti, per una ragione di tradimento.
Quanti cappelli e in quante occasioni usato per riportare all’uomo un accessorio tanto usato.
Tu di solito che cappello porti? Sei tra quelli che pensano sia una moda o una o un’utilità?
Serve a lavoro o solo per il tempo libero? D’estate o solo d’inverno?
Ci siamo posti queste domande quando abbiamo deciso di stabilire un contatto con la Carhartt : “ un marchio di abbigliamento statunitense fondato nel 1889. È ancora un'azienda a conduzione familiare, di proprietà dei discendenti del fondatore Hamilton Carhartt. Venne fondata per produrre abbigliamento da lavoro per gli operai delle ferrovie. La sua crescita iniziale nel corso degli anni 1890 si concentrò sul bisogno di indumenti durevoli e resistenti per questa categoria di lavoratori. Nel corso del tempo, i prodotti Carhartt svilupparono delle caratteristiche distintive, intese a estenderne la resistenza, tra cui l'uso di filati robusti, rivetti di rinforzo nei punti di maggiore stress e una gamma di materiali ad alta tecnologia, resistenti alle fiamme, alle abrasioni o all'acqua. L'abbigliamento Carhartt si trovava comunemente in siti non metropolitani, come fattorie, ranch, ecc.” (wikipedia)
La loro varietà di scelta e qualità dei materiali, ci ha impressionato e spinto a sceglierli quale partner per la vendita dei cappelli da lavoro sul nostro e-commerce.
È vero, scusaci, ti abbiamo lasciato con domande in sospeso che meritano risposte.
Eccoci, siamo pronti!
- Il cappello è una moda o un’utilità?
Entrambe. E molto dipende dal lavoro che si fa. Un esempio? Coloro che un tempo lavoravano nelle miniere oppure oggi nei cantieri nelle ore notturne, hanno bisogno del cappello illuminato utile per proteggere il capo durante le lunghe notti fredde ma, soprattutto, in grado di illuminare il percorso durante il lavoro. Al contrario, se lo indossiamo in una giornata primaverile, può essere una semplice questo di gusto o perché si ama essere sempre fashion e al passo con i tempi. Altra ipotesi? La mattina per andare a pesca: la temperatura è bassa, quindi un cappello è sempre necessario ma senza rinunciare a essere trendy, si può indossare il cappellino Light Bob, in cotone in stile disinvolto estivo con 6 cuciture decorative sulla visiera e fascetta tergisudore imbottita in satin.
- Serve per lavoro o solo per il tempo libero?
Sul lavoro e nel tempo libero. Anche per un bagnino per esempio, il cappello diventa una necessità: una stagione intera sotto il sole, nelle ore più calde…serve proprio per evitare un’insolazione…E’ in questi casi che la linea Carhartt viene in soccorso con il suo cappello Buffalo: 100% cotone Canvas con rete a maglia 100% poliestere, adattabile con chiusura in plastica e con fascette anti sudore. Magari per un pic-nic o per una passeggiata in montagna si può pensare a qualcosa di più leggero come Nimes tra utilità e moda.
- D’estate o solo d’inverno?
Per tutte le stagioni, ormai è un must il cappello! Basta guardare la regina d’Inghilterra: non si esce da casa senza un berretto e che berretto! Certo, noi comuni mortali non siamo a quei livelli ma come classe e qualità non ci lamentiamo. Altri esempi?
- Cappellino Anyu: l'unico cappello RINFRESCANTE, leggero, facile da attivare, mantiene la testa fresca e asciutta fino a 3 giorni, utilizzando acqua del rubinetto.
- Cappellino B echfield: retina sul retro, fettuccia di regolazione Snapback.
- Cappello Odessa: Lavori a piena forza con gli attrezzi di Carhartt costruiti per sconfiggere il sudore, le macchie e la sporcizia.
- Cappello Moore: Cappello in tela con fascia antisudore. Con brevetto FastDry allontana il sudore e dona maggior comfort.
- Cappello Fanton: Cappello in tela con fascia antisudore e antivendo, con retina antisudore.
Come puoi vedere la scelta è ampia, e non finisce qui…
Nella nostra sede a San Salvo potrai guardare con i tuoi occhi tutto l’indispensabile per la casa, il giardino, la sicurezza e tanto altro.
Vieni a trovarci oppure mandaci una mail info@torricellastore.it per ricevere in pochi giorni il tuo prodotto e stare sicuro dalla testa ai piedi!